Aggressione allo Stato siriano: una grave violazione del diritto internazionale
In nome dei bambini da difendere, dopo aver trucidato, appena pochi giorni prima, centinaia di madri e figli in Iraq, nel bombardamento contro la città di Mosul, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ordina senza l’autorizzazione del Congresso e del Consiglio di sicurezza dell’Onu, il lancio di 59 missili Tomahawk contro la Siria centrale che uccidono 9 civili, di cui 4 bambini. Israele e Arabia Saudita si congratulano. Il ministro degli esteri britannico, Boris Johnson, esulta e invita a continuare i raid. Naturalmente, questi e quelli di Mosul (come tutti i casi dei civili uccisi dalle bombe con marchio a stelle e strisce) per la grande stampa euroatlantica, non sono omicidi, ma “bambini collaterali”.
Salme, dunque, non piante da nessuno, tantomeno dall’Isis, che, in simultanea con l’attacco americano, lancia un’offensiva conto l’esercito governativo ad Homs.
Più credibile della versione di Trump, che afferma di agire per conto della salvezza dei bambini, risulta allora il resoconto dell’ayatollah iraniano Mohammad Emami Kashani, sostituto della Guida suprema Sayyed Ali Khamenei nella preghiera del venerdì a Teheran, il quale, senza mezzi termini, ha descritto il bombardamento degli Stati Uniti sulla Siria come “una copertura per salvare i terroristi”.
Il Partito Comunista Italiano di Pesaro e Urbino denuncia questa aggressione allo Stato siriano come una grave violazione del diritto internazionale. Denuncia la complicità dei media d’Occidente, intenti a coprire le incongruenze logiche della propaganda con dosi massicce di emotività, creando, sulla base di notizie false o fortemente distorte (come quelle che narrano di un inverosimile attacco con armi chimiche effettuato dal presidente Assad contro il proprio popolo), una indignazione unilaterale e filoamericana con cui giustificare le più feroci operazioni coloniali: quanto è avvenuto per la Serbia, l’Afghanistan, l’Iraq, e la Libia, con i drammatici esiti che conosciamo, si vuole ripetere per la Siria. Oltre a stigmatizzare ogni cooperazione, diretta e indiretta, tra Occidente e terrorismo islamico, il nuovo PCI invita tutti ad esprimere la propria ferma opposizione all’imperialismo di questo secolo e, in generale, alla pretesa degli Stati Uniti, in tutte le loro amministrazioni, di assumere le vesti del “giudice ingiudicabile”, di fungere, in forza del proprio poderoso apparato militare, da sceriffo del mondo.
Emiliano Alessandroni
Partito Comunista Italiano – Federazione di Pesaro e Urbino