Alternativa Libertaria sul gesto di Forza Nuova come incitamento all’odio razziale
Queste righe per deprecare il gesto compiuto da anonimi militanti di Forza Nuova, anche nel pesarese, che hanno imbrattato con manifesti razzisti le sedi di alcune moschee (già fatto nel 2013), e affisso deliri che invitano al “risveglio” i cattolici italiani. Deprecabile e vigliacco non solo perché compiuto nella notte, ma perché specula sulle religioni per propagandare razzismo verso le persone musulmane che vivono e lavorano nel nostro paese. Lo deprechiamo ancor più da laici e anticlericali, perché incita all’inasprimento del confronto tra opposti integralismi, quello islamista radicale, misogino e sanguinario, e quello cattolico integralista, post-fascista e omofobo. Gesto razzista e sbagliato anche perché crede alle motivazioni “religiose” e idealistiche dell’ISIS senza vederne quindi l’economia mercenaria.
E’ notizia di oggi l’attacco a Bali, pochi giorni dopo il massacro di Parigi di venerdì 13 novembre, una giornata di preghiera per il mondo musulmano usata invece per una strage di civili di ogni nazionalità e religione. Un attacco suicida simile si era verificato il 25 giugno a Kobane, nel Kurdistan siriano. Lì sono stati uccisi 223 civili, molti dei quali in seguito all’intrusione nelle case da parte dell’ISIS. Quel giorno morirono circa 40 combattenti curdi che cercavano di fermare il massacro.
Il 16 ottobre, altri attentati suicidi dell’ISIS hanno fatto una strage di 102 persone ad Ankara nel corso di una manifestazione turco-curda per la pace. Quella strage, come quella di 33 curdi durante l’assedio di Suruc. Ma i massacri dell’ISIS sono diventati routine. Giovedì 5 novembre un loro attentato aveva ucciso 50 persone a Beirut-sud in un quartiere sciita controllato da Hizbullah. L’ISIS ha rivendicato anche l’abbattimento dell’areo russo caduto nel Sinai. Nel loro Califfato il massacro di musulmani, di yazidi e di cristiani è cosa di tutti i giorni.
Se l’ISIS è certamente un nemico della libertà, non possiamo considerare nostri amici i governi degli stati che sostengono a parole di combattere l’ISIS. Nato dal decennio di disastro politico-militare dell’invasione statunitense dell’Iraq, Daesh è stato messo in grado di impadronirsi di equipaggiamento militare di fabbricazione statunitense per imporre la sua strategia di terrore in tutta l’area fino a quasi distruggere Kobane nel 2014.
Dunque i morti di Parigi, come quelli dell’aereo russo, di Beirut, di Ankara, di Kobane e di Suruc sono le vittime di uno scontro di potere in Iraq e Siria tra le potenze della NATO, la Russia, il regime di Assad, le potenze regionali. Uno scontro che provoca centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi lungo un fronte che va dallo Yemen all’Iraq, dalla Siria al Libano, dalla Turchia all’Europa, dalla Libia all’Egitto.
Come mettere fine a tutto questo? Se l’oggettiva situazione militare ci porta a dire che gli unici avversari dell’ISIS sul campo sono le forze iraniane ed Hizbullah insieme alle forze curde, sostenute dall’aviazione russa, come anarchici/che e libertarie/i riteniamo che l’unica strada per la libertà passi per la solidarietà tra le classi lavoratrici, l’aiuto, il supporto, l’accoglienza e il lavoro tra pari contro le dittature, le teocrazie, gli integralismi e le multinazionali delle armi e del petrolio.
Bisogna fare questa scelta nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, facendo i nomi di chi vende armi, di chi finanzia, di chi compra, perché il terrorismo non farà altro che alimentare odio e militarismo.
Certamente nostri alleati non saranno coloro che hanno dato origine a questa situazione, bensì quelle forze regionali che combattono sul campo per una società davvero fondata sulla libertà e sull’uguaglianza, e sempre antifascista.