Arrestato imprenditore a case bruciate
I carabinieri trovano in azienda di serramenti e infissi almeno venti operai sfruttati e diversi senza contratto.
A finire in manette per sfruttamento della manodopera è il titolare della ditta, un imprenditore 40enne della zona, che da tempo vessava i suoi uomini costringendoli a lavorare in condizioni disumane: turni massacranti violenze fisiche e verbali , stipendi da poche centinaia di euro. A seguito di una denuncia avvenuta a novembre 2015, ad occuparsi della situazione sia i carabinieri del Gruppo Tutela del Lavoro di Venezia, comandati dal maggiore Giancarlo Albanese, da cui dipende il Nucleo di Pesaro, guidato dal maresciallo maggiore Fabrizio Notarnicola, e i militari della Compagnia del nostro comando provinciale con a capo il maggiore Patrizia Gentili. A coordinate le indagini, il sostituto procuratore Silvia Cecchi del tribunale di Pesaro. Su ordinanza di custodia cautelare del Gip, l’imprenditore ieri mattina è stato arrestato e poi recluso agli arresti domiciliari. I suoi operai erano costretti a lavorare fino a dieci ora al giorno pur di portarsi a casa 300 euro al mese che spesso venivano dati in nero. Solo 13 dei 20 interrogati sono risultati in regola con normale contratto, mentre per gli altri 11 non c’risultano a libro paga. Secondo il calcolo dei militari dell’Arma, l’uomo non varebbe mai retribuito 350 mila euro di salari e di seguito neppure mai versato 150 mila euro di tasse .