Carla Luzi Sinistra Unita sui Rifugiati
Leggendo la stampa nazionale e quella locale sembra che i profughi
stiano arrivando tutti “a casa nostra”: è solo propaganda, una
propaganda alimentata da chi tende a strumentalizzare un noi e un loro,
da chi cerca consenso “sfruttando” gli ultimi tra gli ultimi, usando
anche la crisi come alibi.
Negli ultimi mesi 3 milioni e 800 mila persone sono fuggite dalla Siria,
di queste circa il 95% sono ospitate in Iraq, Giordania, Egitto, Libano
e Turchia, meno del 5% sono arrivati sulle nostre coste e sono uomini,
donne e bambini in fuga dalla guerra. Chi fugge da fame guerra e povertà
può rivolgersi solo ai trafficanti, chi cerca protezione e sicurezza è
lasciato in mano ai suoi stessi persecutori. Sarebbe indispensabile
aprire dei canali umanitari: in questo momento i conflitti aumentano e
con essi le persone in fuga in cerca di protezione e sicurezza,
perseverare nelle politiche di chiusura equivale ad alimentare un vero e
proprio mercato illegale di esseri umani.
Nel nostro paese dal gennaio all’ottobre dello scorso anno sono arrivati
22.000 minori stranieri, di cui 12.000 non accompagnati, i più
vulnerabili tra i vulnerabili, eppure sono più di 20 anni che le
politica italiana affronta il fenomeno immigrazione con parole come
emergenza, ondate, violenza, criminalità, casa loro e casa nostra.
Abbiamo permesso che il mare Mediterraneo diventasse un mare di morte,
mi spaventa questa disumanità che non riconosce nell’altro un essere
umano. Ci sono però funzionari pubblici, marinai, operatori umanitari,
associazioni e forze politiche come la nostra che credono nella
necessità dell’accoglienza e nei diritti umani per tutti e tutte.
Dobbiamo ampliare i nostri interventi e non seminare odio e
intolleranza, dobbiamo aiutare, ascoltare, interagire con coloro che
chiedono un rifugio o sono solo in transito, non renderli invisibili.
Nella nostra Fano solo una visione distorta della realtà può vedere i
pochi ragazzi provenienti da vari paesi dell’Africa e dell’Asia e
accolti in una struttura del Lido come una criticità; siamo e siamo
stati una comunità accogliente, generosa. Chi potrebbe pensare che se i
profughi rimanessero più a lungo al Plaza, Fano solidale farebbe brutta
figura davanti ai turisti? Oppure che le 40 persone siano sporche, o
chiassose, o malviventi? Perché non possono convivere con noi e con i
turisti? Mi preoccuperei invece di quei balordi che continuano a
danneggiare le cose comuni per divertimento, come è successo
recentemente al centro commerciale di S. Lazzaro che è stato messo a
soqquadro. Questi sì che sono un problema per una città turistica, come
lo sono gli automobilisti maleducati che parcheggiano davanti all’uscio
dei residenti della zona mare, oppure i ragazzi che al lido si riempiono
di birra e arrivano al vandalismo e addirittura alla violenza, come è
successo in occasione di una “italianissima” notte bianca.
Faccio presente che a Lampedusa, che è un’isola magnifica dedita al
turismo, nonostante le migliaia di sbarchi e le decine di carrette del
mare abbandonate sulle spiagge, gli abitanti e la loro sindaca parlano
ancora di solidarietà. E noi, per quaranta profughi, che non sono i
quaranta ladroni, alziamo tutta questa polvere?
La realtà è complessa e c’è molto lavoro da fare e non possiamo che
ripartire da noi stessi e dalla nostra storia, ricordando quanto scritto
da Etty Hillesum: “convinciamoci che ogni atomo di odio che aggiungiamo
al mondo lo rende ancora più inospitale” (Dal Diario 1941-1943 di Etty
Hillesum).