Fusione Montemaggiore, Saltara e Serrungarina: i sindaci rispettino gli impegni presi con i cittadini.

Immediatamente a seguire il referendum con il quale i cittadini sono stati chiamati ad esprimersi sul possibile processo di fusione tra i comuni di Montemaggiore, Saltara e Serrungarina, a nostro malgrado riscontriamo posizioni dei tre sindaci poco chiare rispetto agli impegni che questi avevano assunto nelle varie assemblee pubbliche preventive, rispetto all’eventualità in cui il NO avesse avuto la meglio almeno in uno dei comuni interessati.
Il SI prevale a Saltara in tutte le sezioni con il 69%, ma del resto anche a Montemaggiore il NO prevale in larga parte in tutti i seggi per il 64,28%. La differenza è del 4,5%, ma Il peso della popolazione di Saltara è preponderante, considerato anche il fatto che Saltara riscuote l’affluenza più bassa della tornata elettorale(44,15%), conta invece ben 900 elettori in più rispetto Montemaggiore! Serrungarina invece con una sostanziale situazione di pareggio ( il SI in vantaggio per il 53,46%) aggiunge solo 74 lunghezze allo scarto del si. Confrontarsi sul dato totale dei voti pro fusione (527 voti in più rispetto al no), alla luce dei dati sopraelencati, sarebbe un errore grossolano, vale a dire attribuire minor importanza al voto dei cittadini dei comuni meno popolosi.
Pensiamo ad esempio che se nella fusione per incorporazione di Mombaroccio con Pesaro si fosse tenuto conto del dato complessivo, cioè si fossero sommati i si e i no dei due comune, oggi il comune di Mombaroccio non esisterebbe più!
Forse i Mombaroccesi contano meno dei cittadini Pesaresi? Questo principio andrebbe applicato anche nel nostro caso!
A Saltara invece la vittoria del si è stata senza dubbio importante, deve però far riflettere il 31% di no, un terzo dei votanti, si è espresso in modo contrario nonostante, la frazione di Calcinelli sarebbe diventata, in caso di fusione, il centro nevralgico del nuovo Comune. Anche questo dato ha una sua ragione profonda e resta senz’altro singolare: sintomo evidentemente di una popolazione non pienamente convinta di procedere, sopratutto con queste modalità.
Ora serve un gesto di responsabilità dei tre sindaci, all’altezza del ruolo che è stato loro conferito: porre tutti i cittadini sullo stesso piano, rispettare gli impegni presi in precedenza e quindi ritirare immediatamente le delibere che avevano avviato il processo di fusione tra i tre Comuni. Il sindaco in quanto tale è un autorità sopra le parti, quindi di buon cuore, si facciano tutti e tre allo stesso modo garanti delle regole stabilite prima di questo referendum.
Alessandro Urbinelli, vice-coordinatore provinciale di Gioventù Nazionale Pesaro-Urbino, movimento giovanile di Fratelli d'Italia-AN

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