Gdf scopre ‘buco’ 18 milioni di euro alla Confartigianato

Un ‘buco’ da 18 milioni di euro è stato scoperto dalla Guardia di finanza di Pesaro nei conti della Confart Pesaro srl, una società di servizi partecipata dalla Confartigianato di Pesaro, dichiarata fallita nel marzo scorso. Dieci gli indagati a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata a reati fiscali, falso in bilancio e bancarotta fraudolenta. La Confart, che aveva 80 dipendenti, forniva servizi di consulenza contabile e fiscale a 1.500 artigiani associati alla Cgia.

Nei confronti dei presunti responsabili del dissesto societario della Confart, sono stati eseguiti sequestri preventivi di beni per circa 4 milioni di euro. Sotto indagine – l’inchiesta è coordinata dalla procura di Pesaro e condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf – il presidente, il consigliere d’amministrazione con delega alla direzione generale e il responsabile amministrativo della società. Altri cinque soggetti sono stati denunciati per aver agito in concorso con i componenti dell’associazione per delinquere e altre due persone in reati contro la pubblica amministrazione. Gli accertamenti sono partiti un anno fa da verifiche sulle difficoltà economiche della Cgia Imprese di Pesaro Urbino, per un debito rilevante maturato nei confronti dell’Erario da parte dell’associazione e delle sue partecipate. Secondo le Fiamme Gialle, dal 2004 e fino al 2013 gli indagati avrebbero omesso in modo sistematico il pagamento dell’Iva e delle ritenute previdenziali per importi considerevoli, sia per conto dell’associazione che della società di servizi. L’operazione è stata denominata ‘F24’ proprio dal modello per il pagamento delle imposte che la Confart Pesaro srl non presentava da un decennio. Quando è stata dichiarata fallita, la Confart aveva un passivo fallimentare superiore a 18 milioni di euro, di cui 16 milioni circa costituiti da debito con l’Erario.

 

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