IL CARTELLO D’APRILE
Simpatico ‘pesce’ ai cugini
Non sappiamo chi abbia ideato e messo in atto la riuscitissima burla. In realtà, non importa più di tanto sapere chi è stato a compiere materialmente il gesto. Conta assai di più che esso sia stato fatto. E la cosa ci è piaciuta subito. Percorriamo la Statale Adriatica due volte al giorno e la mattina del primo Aprile scorso l’occhio non poteva non cadere su quel cartello issato nottetempo all’ingresso della città eterna rivale. La sensazione immediata è stata di divertimento condito da una punta d’orgoglio. Miglior pesce d’inizio mese non poteva esserci per intelligenza, arguzia e senso dell’ironia. Ma la goliardica trovata si presta a letture diverse e ben più profonde. In effetti, gli ignoti autori hanno voluto idealmente celebrare in grande stile la novantesima ricorrenza del celeberrimo episodio del ‘cmarel’, impresa eponima che fa parte a buon diritto della mitologia popolare fanese. Per i pochi che non lo sapessero, correva l’anno 1926, i pesaresi colpevoli di aver sbeffeggiato il sacro rito del Carnevale un giorno si svegliarono increduli trovando un enorme cetriolo di cartapesta collocato al centro della fontana di piazza. Neppure il sommo Dante, che la legge del contrappasso la conosceva come nessuno, avrebbe potuto escogitare pena più indovinata. Non c’è niente da fare: siamo ‘geniali’ come pochi. Nell’accezione dialettale della parola, che vi racchiude bonomia mista ad allegria, stese su un letto di un cuore grande così. E già che ci siamo, diciamola pure come sta. Quell’insegna deve suonare come un monito, innescando una presa di coscienza doverosa, forse tardiva ma ormai irrinunciabile. Chi pensava (e ottusamente pensa ancora) che tra le due città vi siano rapporti gerarchici che individuano un superiore ed un sottomesso farà bene a ricredersi. Capovolgendo finalmente gli equilibri esistenti. Sì perché il glorioso passato, la vivacissima cultura, la strategica posizione geografica, le infrastrutture che ne fanno nodo essenziale, la ‘genialessa’ insuperabile appunto e quant’altro vogliate prendere in considerazione parlano chiaro. Fano non è inferiore a nessuno. Né deve sentirsi tale. Né qualcuno (seduto nelle stanze del potere) ha il diritto di renderla schiava. Non si tratta di una questione di campanile. E’ la storia che grida. Invitandoci a stare svegli. Attenti al presente. Fieramente rivolti al futuro.