Le Altre Marche – Sinistra Unita sulla ” Buona scuola”
E’ ormai un fatto acquisito: il progetto renziano di scuola intende spalancare agli interessi privati quel vasto territorio, ancora da sfruttare, che è l’istituzione scolastica pubblica, piegando studenti e insegnanti alla ideologia del merito e della competizione, importando in modo irresponsabile i fallimentari modelli pedagogici anglosassoni, svilendo la grandissima tradizione pedagogica italiana, a cui le Marche hanno dato un contributo significativo con la figura di Maria Montessori. E’ per questo motivo che la riforma scolastica voluta da Renzi solleva una così viva opposizione sia negli studenti che nella grande maggioranza del corpo insegnante; accanto a ciò vi è tuttavia anche la netta impressione che la cosiddetta “buona scuola” non risolverà in alcun modo la miriade di problemi concreti con cui genitori, studenti, insegnanti devono misurarsi ogni giorno: fra questi, a parte la manutenzione degli edifici scolastici, di cui si ha ormai un disperato bisogno, vi è l’ampliamento, non più rinviabile, della rete scolastica. Anche quest’anno, ad esempio, il quadro delle iscrizioni degli alunni della terza media inferiore al primo anno della scuola superiore mette in luce la necessità di sostenere ed ampliare l’offerta didattica provinciale nell’ambito dell’istruzione tecnica. Pur nello stato di profonda crisi in cui versa l’istruzione pubblica, la formazione tecnica continua a promuovere con tenacia sia la crescita culturale che le competenze professionali di un gran numero di studenti della provincia; studenti i cui genitori appartengono per la maggior parte alle classi lavoratrici e per i quali l’istruzione pubblica rappresenta la sola via al raggiungimento della piena cittadinanza. Non si tratta di replicare sul territorio provinciale più istituti dello stesso tipo, ma di ampliare quelli esistenti e di sostenere le sperimentazioni che possono contribuire al rilancio dell’economia locale attraverso la creazione di nuove professionalità. Da questo punto di vista, l’attivazione nella città di Fano del biennio dell’istituto agrario consentirebbe agli studenti della Valle del Metauro di poter accedere con minori costi e disagi a un indirizzo di studi assai significativo sul piano della occupabilità; in prospettiva, inoltre, potrebbero crearsi raccordi con il corso di laurea in biotecnologie agroalimentari, che da diversi anni l’Università di Urbino attiva nella sede di Fano. “Le Altre Marche – Sinistra Unita” auspica che questo importante progetto non venga abbandonato e, anzi, intende impegnarsi concretamente al suo rilancio.