Ospedale unico, Ricci: «Area pubblica, costruire nel costruito e fattibilità: apriamo l‘app’ del buon senso»
Il sindaco: la vera ‘app’ tecnica? E’ lo studio commissionato dalla Regione alla Provincia nel 2011,modificato tre anni dopo. E mostra la lettera di via Gramsci alla Regione, datata 2014, che dopo la revisione indica Muraglia
Proietta slide e mostra documenti inediti. Ma prima, in consiglio comunale, Matteo Ricci, parte dai punti fermi: «Al presidente Ceriscioli rinnovo la massima stima e collaborazione per realizzare l’ospedale. Fa bene a decidere tecnicamente con urgenza. E’ giusto, perché purtroppo i due sindaci non sono riusciti a raggiungere l’accordo politico. E c’è rammarico perché Seri è un amico e un ottimo amministratore». Il sindaco si prende la sua «parte di responsabilità» ma constata che «a Pesaro abbiamo volutamente messo il silenziatore alla nostra voglia di intervenire, proprio per non agevolare le divisioni. A Fano, invece, la politica si è incartata sul campanilismo». La premessa resta la stessa: «Noi vogliamo assolutamente l’ospedale nuovo. Per attrarre eccellenze e ridurre la mobilità passiva: siamo già in ritardo di dieci anni. Chi ha preceduto Ceriscioli su questo tema giocava, non aveva la reale convinzione di realizzare la struttura. Proprio su questo tema noi abbiamo rotto l’alleanza con Spacca. A differenza del passato, però, questa volta abbiamo una grande occasione: c’è un presidente della Regione che è determinato. E vuole, come noi, il nuovo nosocomio».
LA VERA APP TECNICA – Quello su cui il sindaco pone l’accento è «l’incongruenza del criterio tecnico applicato dalla Regione, rispetto allo studio commissionato alla Provincia nel 2011. Che è stato aggiornato e modificato in tempi non sospetti. Come documenta la lettera inviata dalla Provincia alla Regione e ai sindaci di Pesaro e Fano, il 10 giugno 2014». Ricci la indica sullo schermo. E precisa: «Nello studio richiesto dalla Regione all’amministrazione provinciale, che valutava la viabilità, Muraglia era all’inizio posizionata leggermente sotto Fosso Sejore. Questo perché si considerava la previsione del casello di Fenile e delle opere viarie relative». Tuttavia: «Nel momento in cui il casello di Fenile, con le infrastrutture annesse e collegate a Fosso Sejore, è stato cassato dal ministero dell’Ambiente, lo stesso studio della Provincia ha messo Muraglia al primo posto. Come area più baricentrica e facilmente raggiungibile».
LE CARTE – Lo dice la missiva inviata dalla Provincia alla Regione e ai due Comuni due anni e mezzo fa «che allega le risultanze tecniche dopo la revisione (mostrate al consiglio comunale; nella graduatoria aggiornata, dopo Muraglia, in ordine decrescente di punteggio compaiono Chiaruccia, Fosso Sejore, Case Bruciate, Montelabbatese e Mombaroccio, ndr)». Quindi la sottolineatura: «Nei provvedimenti sull’ospedale, la Regione si è richiamata in ogni sua delibera allo studio commissionato alla Provincia». La traduzione è che, nei fatti, nessuno ha preso atto che «quel documento di comparazione dei siti nel frattempo era cambiato». Si tratta di uno studio che «considera anche la previsione delle opere. E’ quella la vera app sulla viabilità: la Regione non può non tenerne conto. Se era vera in passato, a maggior ragione deve valere oggi».
L’ALTRA APP – C’è poi «l’app del buon senso». Che il sindaco adesso vuole ‘aprire’: «Alla Regione chiediamo di ascoltare cosa ha detto la stragrande maggioranza dei sindaci nell’assemblea di Area Vasta», così come le posizioni pubblicamente espresse dal presidente della Provincia (Daniele Tagliolini) e dal presidente di Area Vasta (Maurizio Gambini), che Ricci cita. Per cui: «I criteri tecnici di scelta siano integrati con quelli oggettivi e di buon senso: area pubblica, presenza di opere per la viabilità, unicità della struttura, costruire nel costruito. Il tema del costo, a mio parere, non è assolutamente secondario. Da amministratore ci aggiungo anche concretezza e fattibilità della realizzazione del nosocomio in tempi certi». Sull’assemblea di Area vasta: «E’ mancato il numero legale perché una parte dei sindaci è andata via in buona fede, non sapendo che doveva votare. Un’altra parte, invece, è brava a protestare. Ma quando è ora di decidere ha sempre un motivo per fuggire». Conclude: «Votato o non votato, i criteri del buon senso restano quelli. Non è la mia opinione ma quella della maggioranza dei sindaci. A me interessa realizzare l’ospedale: se continuiamo con il campanilismo e con un dibattito tecnico privo di buon senso, il rischio è quello di non fare nulla. E sarebbe deleterio. La nostra richiesta, quindi, è integrare i criteri di scelta considerando la vera app della viabilità, più l’app del buon senso. Già da domani manderemo una lettera alla Regione con le nostre richieste». Concetti per lo più riportati nell’ordine del giorno della maggioranza: «Non è ambiguo sull’ospedale unico, al contrario di quello della minoranza. E non è frutto della ‘cultura del no’. Dobbiamo aiutare la Regione a fare la scelta tecnicamente più appropriata». Sul futuro del San Salvatore: «L’idea è che la parte ristrutturata, per evitare sprechi, diventi una sorte di ‘casa della salute’, per raggruppare tutti gli ambulatori sparsi per la città su cui, per gran parte, la Regione paga un affitto. In consiglio comunale poi decideremo come trasformare l’area più vecchia. Anche per questo è importante mettere un punto sull’ospedale nuovo. La sanità non si ferma, se non c’è una tempistica certa dovremo continuare a investire sugli ospedali esistenti. Con un cantiere continuo e con nosocomi che resteranno vecchi».