Sgarbi a Urbino non si vede

Sgarbi a Urbino non si vede, ma a Urbino pensa come a una pattumiera dove realizzare le sue insensate provocazioni. Dopo il no del sindaco di Padova, Bitonci, ad ospitare all’interno delle iniziative di “Babele”, la manifestazione culturale a lui affidata, la presentazione dell’autobiografia di Toni Negri, Storia di un comunista, edita da Ponte alle Grazie, il divin critico ha avuto l’idea di farla ad Urbino senza specificare se in veste originale, mettendo insieme l’autore con il suo omonimo, il vescovo di Ferrara e Comacchio, Luigi Negri.Un’autobiografia, quella di Toni Negri, ancora poco recensita e troppo frettolosamente stroncata come “ego-biografia” priva di qualsiasi autocritica. Di tutto si può discutere, anche delle scelte politiche e ideologiche di Toni Negri, certamente sciagurate, e criminali, ma che tuttavia possono contribuire alla comprensione del retroterra politico e culturale e delle soggettività che hanno prodotto gli “anni di piombo”. In questo senso la provocazione di Sgarbi rimane, appunto, solo una provocazione, oltre che insensata, inutile per capire un fenomeno devastante come quello del terrorismo. Serietà vorrebbe che si organizzasse un convegno sul tema chiamando a discuterne storici, sociologi e politici. Ma questo sarebbe troppo pretenderlo da un assessore latitante come Sgarbi e da un sindaco che viene continuamente scavalcato e che si dichiara all’oscuro di tutto, anche, a quanto sembra, su come mettere in piedi una nuova Giunta, prendendosi un tempo così lungo da fare concorrenza alle crisi governative della prima Repubblica.

 

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