Teodosio Auspici sul caro acqua

Se non ci si improvvisa Sindaco non ci si improvvisa nemmeno Amministratori di società pubbliche. Il caso emblematico è il caro bollette dell’acqua che in questi giorni, giustamente, ha indignato tanti cittadini. Che gli amministratori pubblici della maggioranza non sapessero non può essere, se così fosse la loro responsabilità sarebbe ancora maggiore e i cittadini dovrebbero trarre le conseguenze alle prossime elezioni.

Ripercorrendo le tappe di questa vicenda va da subito ricordato che la delibera ARERA è del 28/09/2017 quindi di tempo per gestire la questione e compiere delle simulazioni per verificare le ricadute c’era. Cosa è stato fatto? Ci sembra niente. Fondamentalmente il provvedimento prevede l’applicazione di una tariffa “puntuale” rispetto agli effettivi componenti del nucleo familiare al fine di registrare l’effettivo consumo dell’acqua. Si specifica una fase di raccolta di tutte le informazioni necessarie, terminata la quale si potrà passare alla sua applicazione prevedendo le tariffe “puntuali” a partire dal 1° gennaio 2022. Sempre in questa fase si prevede una tariffazione provvisoria di tipo standard considerando un nucleo medio di 3 persone. La politica poteva fare qualcosa? Certo, in sede di delibera dell’ATO del 11/10/18 si poteva porre in essere delle tariffe atte ad attenuare le ripercussioni e prendere tempo, visto il termine del 2022, per rimodulare al meglio le tariffe. Ad esempio si poteva diversificare la fascia agevolata, fissata in misura minima di 18,30 mc di acqua annui per persona, che la delibera ARERA specifica in ogni caso aumentabile (infatti quella poi applicata è di 20 mc ma si doveva fare di più). Colpire indistintamente nuclei familiari di uno o due persone il più delle volte significa svantaggiare famiglie monoreddito che già faticano. Il tutto senza studi, simulazioni e una giusta informazione? Il dubbio che si volesse far cassa è più che legittimo. Detto dubbio viene confermato anche da un confronto con Marche Multiservizi di Pesaro: bene, se rispetto al 2017 nel 2018 l’aumento dell’acqua previsto è del 1,8% per entrambe le società, nel 2019 quello di Aset è del 3,2% mentre quello di Marche Multiservizi è dello 0,485%: un bella differenza che solletica altri dubbi.

Per chi invece scomoda la fusione per l’aumento tariffario, tengo a precisare che nella relazione dell’Advisor (pag 27) veniva prospettata una sostanziale invarianza tariffaria con il vantaggio di una “stabilizzazione” di un sua componente che divenuta più certa permetteva una migliore programmazione e maggiori investimenti. Per quanto riguarda il passaggio delle reti in capo ad Aset a seguito della fusione e quindi dei presunti vantaggi tariffari, voglio ricordare che già dal 02/04/2015 (quindi prima della fusione), grazie ad un accordo fra le due società pubbliche, le stesse erano già nella gestione di Aset spa pertanto eventuali ripercussioni tariffarie dovevano esserci già da tempo.

In conclusione, se si tratta di un tentativo di gettare discredito su una società pubblica, quale candidato Sindaco rivendico coerentemente la difesa della nostra azienda pubblica, con l’impegno però che buona gestione e utili vadano a vantaggio della collettività, che significa abbassare le tariffe in generale e, a maggior ragione, per un bene universale quale l’acqua.

presentazione candidato

 

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