VINCENTI E PIAZZATI Alma di nuovo seconda

Nello sport si usa dire che chi arriva secondo altro non è che il primo degli ultimi. Giudizio ingeneroso ancorché estremamente veritiero, dal momento che spesso e volentieri al vincitore arridono onori e gloria mentre i piazzati si devono accontentare solo di polvere mangiata e recriminazioni a iosa. Sintesi ingrata anche e soprattutto nei confronti dell’Alma di Alessandrini, capace di terminare il campionato a immediato ridosso dei battistrada per due stagioni di fila. Impresa tutt’altro che semplice nel calcio di oggi ed anzi ammirevole quant’altre mai, deponendo a favore dell’estrema bontà del lavoro svolto nel segno della continuità e di elevati standard qualitativi, perseguiti con volontà, raggiunti con tenacia e splendidamente mantenuti con perseveranza. Si poteva fare di più e ghermire quell’agognato, unico posto al sole? Mah, a posteriori si può dire tutto e il suo contrario ma è un fatto che la Maceratese (quadrata ma non irresistibile) un anno fa indovinò la stagione perfetta, anche aiutata da parecchia benevolenza altrui, mentre questo torneo ‘doveva’ essere vinto e per più di un motivo dalla Samb (forte ma non imbattibile), cui i granata hanno praticamente spianato la strada perdendo malamente il match di andata e mai riprendendosi a pieno da quello sciagurato (e in larga parte inspiegabile) spartiacque psicologico della stagione. Ma non è questo tempo di rimpianti, ché il futuro è già qui e si chiama playoff. In altre parole, l’alternativa utile per il paradiso. Già, perché se dodici mesi fa il prolungamento si rivelò un’estenuante e alla fine grottesca burletta, questa volta la fase supplementare di spareggio, peraltro più corta, potrebbe concretamente preludere ad un ripescaggio concepito nell’ottica dell’allargamento della Lega Pro a sessanta squadre. Inutile dire che la parola d’ordine è una sola. Occorrerà fare di tutto per prevalere e sarà necessario farlo tutti insieme, società, squadra e tifosi, ciascuno per la propria parte. Perché occasioni così grosse non si ripresentano di frequente. Sarebbe anche il modo migliore per chiudere idealmente un ciclo che serberemo a lungo tra i ricordi più cari. E costituirebbe il trampolino di lancio verso un futuro ancora tutto da scrivere, certo. Ma vergarlo sulle pagine del football che conta ha tutto un altro sapore. E l’amaro, troppo a lungo ingoiato, lascerebbe posto alle sensazioni più dolci. A lungo attese. E largamente meritate.

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